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Cogozzo, Sant’Angelo, San Martino in Stabiello tre comunità che all’inizio dell’anno mille, arrivando da Villanterio (o forse da Pavia), dovevano apparire poste quasi in linea retta, in successione. Cogozzo -------------- Sant’Angelo------------ San Martino in Stabiello Lo storico Bascapè scrive: "Una borgata storica" pagina 31 : "Borgo San Martino costituiva una località separata, sebbene vicina, e lo stesso dicasi per Cogozzo. Il complesso abitato constava dunque di tre centri, con tre chiese; (..) è poi noto che i luoghi e le chiese col nome di San Martino si trovano sempre sui percorsi stradali importanti." Il
percorso stradale partiva (forse) da Pavia, passava da Sant’Angelo per
andare dove? E’ possibile, a mio avviso, che agli inizi dell’anno mille lo stesso ponte del Chigozzo, o un ponte più a Sud, raggiungesse direttamente San Martino in Stabiello nei pressi del Lazzaretto dove esisteva un Guado, "i Geron" (questo argomento sarà oggetto di uno specifico approfondimento). Perciò è possibile che il tragitto proveniente da Ovest (Pavia?) continuasse verso Maiano: Cogozzo ----- Sant’Angelo----- San Martino in Stabiello---- ponte/guado -----Maiano Una
linea retta! Il
quartiere San Martino è costituito da una lunga via delimitata
da due file continue di abitati. Le strade diritte sono tipiche delle
vie romane (tuttavia di questa via di comunicazione non esiste traccia
nei documenti romani). Ma,
guardando con attenzione la cartina, sorge un dubbio .... :
Eppure, poco fa, abbiamo ipotizzato che San Martino e Santa Maria farebbero parte della stessa arteria! Forse chi ha realizzato la strada, in quella occasione, ha bevuto un bicchierino? Mi spiego meglio: arrivando da Santa Maria al termine del suo prolungamento (fine di viale Partigiani) mi imbatto in un caseggiato (Boeri-ex macelleria -Pozzone). Per contro, se da San Martino mi dirigo verso Pavia mi imbatto nelle mura Spagnole (vicino alla casa degli Adoni- nei pressi della vecchia locanda ora abitazione Danova). Perchè? Ho osservato con attenzione le carte topografiche più vecchie che sono riuscito a reperire anche grazie a Roberto Smacchia e all'Architetto Beppe Roberti: 1784 le immagini satellitari di 200 anni fa; mi sono munito di una lente di ingrandimento e mi sono riletto con attenzione quanto è riportato sui testi a mia disposizione realizzati dagli storici che si sono occupati di Sant'Angelo: Bascapè, Agnelli, Pedrazzini-Sobacchi e Don Nicola De Martino. Ok, ora posso avanzare la mia ipotesi: Nel
1300 è stata realizzata una zona fortificata fra Sant’Angelo e
San Martino. Alcuni
pensano addirittura si tratti di una fortifcazione nata sopra un campo
militare romano Questa fortificazione ha sconvolto l’urbanistica del paese: Agnelli: "Lodi e il suo territorio" pagina 648 : "Barnabò Visconti, nel 1370, aveva donato a Regina della Scala, sua moglie le terre di Somaglia, Castelnuovo, Monte Ilderardo, Merlino, Maiano, Sant’Angelo: questa signora innalzò in S.Angelo una bellissima rocca spendendovi, dice il Cairo, 100 mila fiorini d’oro. Coll’erezione di questo fortilizio il paese si inoltrò di molto verso levante, unendosi a quello di San Martino in Stabiello; venne, ancor più a oriente, fabbricato un ricetto chiuso da muraglie e protetto da torri, di cui ancora si scorgono tracce evidentissime: in questo spazio vennero eretti diversi pubblici fabbricati, tra i quali l’attuale Chiesa parrocchiale, l’antica plebana rimase pressoché abbandonata" Pedrazzini Sobacchi Giovanni: "Il castello di Sant’Angelo Lodigano" 1920 [Tipografia G.Spazzini (mitica! n.d.r.)] "..I Visconti, attraverso i ducati di Azzone, Luclimo, arcivescovo Giovanni, e del nipote di quest’ultimo, Barnabò, eressero a 500 metri dal ruinante Cogozzo (...) l’attuale castello (....); la popolazione venne, con nuove abitazioni, ad agglomerarsi attorno al nuovo fortilizio, quasi a chiederne protezione. E la costruzione del nuovo castello, e del nuovo ricetto bastionato, vastissimo, quadrato di mura fortissime, interrotte da torri, torricelle, fortini e da ponte ferrante a saracinesca e ponti levatoi, attorno al quale scorrevano le acque, e che oggi ancora assai bene, si avverte, ed ogni scavo mette in luce, arrecò alla località un cambiamento radicale nella disposizione della propria configurazione topoidrografica. Maria Regina Della Scala, moglie di Barnabò Visconti, che aveva Santangiolo lodesano per suva favorita residensa, eresse, circa mezzo secolo dipoi, e precisamente nel 1383 una bellissima torre maestra al castello, de sessanta e più brassa, a pochi metri da esso, nell’angolo sud-est." Pedrazzini Sobacchi "Sant’Angelo e il suo mandamento" capitolo IV (archivio storico di Lodi) "Nel 1150 circa S.Angelo, S.Martino in Stabiello e Cogozo, incominciarono un movimento di avvicinamento, di mutuo assorbimento, di fusione." Mons. Nicola De Martino "Sant’Angelo e il suo Castello" Pag.8 "Al principio del 1200 i milanesi riedificarono il castello, distrutto dai lodigiani, e lo vollero leggermente spostato a nord est, in posizione più eminente. (...) Il Fiamma dice che il castello fu ultimato l’8 Ottobre 1224."" Da questi dati storici si può presumere che: - Prima dell’edificazione del ricetto Sant’Angelo e San Martino erano collegati direttamente. - Nel 1330-1380 venne edificato, fra S.Angelo e S.Martino, un fortilizio, un ricetto molto ampio, di cui esistono ancora oggi le tracce.
Usiamo la cartina del 1784, proviamo con un righello a prolungare via S.Martino verso Pavia dove arriva?........... La strada arriva, dritta dritta, alla via Costa! Ci
siamo!
Infatti chi arrivasse da Pavia ed entrasse in paese da via Cogozzo, se proseguisse diritto arriverebbe in via Costa. Per entrare in via S. Maria si deve invece sterzare a destra di circa 25°. Quindi
San Martino e via Costa probabilmente erano collegate direttamente prima
che fosse frapposta la fortificazione. Dopo l'erezione delle mura sia San Martino che la Costa si sono viste sbarrare la strada e sono state separate. Infatti sia da San Martino che dalla Costa, andando verso il castello ci si imbatte nelle mura di cinta. Così tra il 1330 e il 1380 si tracciò una nuova strada dal Cogozzo sino al lato sud della fortificazione (per intendersi le attuali Piazza dei Caduti e Viale Partigiani) che è l’attuale via Madre Cabrini. Il paese perciò si è spostato verso Sud occupando entrambi i lati della nuova strada. Si osservi il dettaglio della cartina topografica: si può notare una linea di separazione che delimita il nuovo ciglio della strada quasi ad indicare che la vecchia strada che conduce alla Costa venne ostruita. Forse per questo motivo la Costa venne isolata commercialmente e socialmente tanto da meritarsi il sopranome "la sardegna" come riportato magistralmente da Fiammetta Zanaboni "La Costa di Sant'Angelo Lodigiano: dinamiche culturali di una condizione di marginalità" Archivio storico Lodigiano 1979 pag. 57 e succ. E’ possibile inoltre che da allora la strada principale per raggiungere Lodi non passasse più da San Martino ma dal ponte della catena (sul Lambro meridionale) obbligando perciò i passanti ad attraversare la fortificazione destinata a raccogliere il fulcro del Paese con tutto ciò che comportava: pagamento dazi, punto di rinfresco, mercato, Chiesa, palazzi istituzionali, cimitero ecc.... Ancora un testimone Mons. Nicola De Martino "Sant’Angelo e il suo Castello" Pag.10 "Nel 1540" (dominazione spagnola n.d.r.) "Sant’Angelo posto sul fiume Lambro, cinto da mura, al presente quasi tutte sfasciate, era popolato da 5.000 anime ed assai famoso per il suo mercato che si tiene ogni Mercoledì, uno dei maggiori mercati per bestiame, carne, corame e lino.(rif. Coiro)" "Le fortificazioni del borgo furono subito restaurate con mura e torri che partendo dal castello giravano verso est per continuare a sud dove ancora si alza la torretta Girona, poi ad ovest, per ricongiungersi al castello." Per questo motivo sono chiamate: mura spagnole…..... ma di origine viscontea! Monsieur Rocheteau
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